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CorSport - Viola, unità anticrisi. Da Antognoni a Prandelli: 7 mosse per evitare il disastro

3 min di lettura

Prezzi più bassi per le prossime partite in casa, aprire il Viola Park ai tifosi e non solo: le mosse per provare a salvare il salvabile

La peggior Fiorentina dei suoi cento anni di storia. Una squadra che non è squadra, senza orgoglio. Da Pioli a Vanoli non è cambiato niente. Senza testa e senza cuore. E senza dignità, scrive Il Corriere dello Sport - Stadio.

AD UN PASSO DAL CROLLO. «Non vedo fare una corsa di sacrificio. Prima dei giocatori ci vogliono uomini», così ha parlato Vanoli a fine partita. Parole pesantissime. Non sappiamo fino in fondo cosa stia succedendo nel centro sportivo, ma di sicuro non si sono resi conto del rischio che corrono in caso di retrocessione e ultimo posto, il rischio di essere additati per tutta la loro carriera di dirigenti, allenatori e giocatori, come i responsabili del peggior fallimento di un secolo viola. Possono ancora rimediare? E chi lo sa. È sufficiente che nelle 24 partite che rimangono la Fiorentina ne vinca dieci, come dice l’allenatore di una squadra che in 14 partite non ne ha vinta manco una. Ma per tentare di cambiare rotta serve un elettroshock, uno sconquasso generale. Quando ha parlato il diesse Goretti, davanti alle telecamere sembrava sul punto di crollare. Si è ritrovato quella montagna da scalare senza nemmeno un piccone. E quando il dg Ferrari, dopo Bergamo, dice che «siamo vicini alla soluzione» e poi arriva la partita di Reggio Emilia, si capisce che non c’è più niente e che tutto va ricreato. Subito, oggi, non domani. 

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IN 7 MOSSE. Dunque, cosa può fare adesso quel che resta della società viola? Senza la presenza e da un po’ di tempo anche senza la voce di Commisso è uno sbandamento continuo. Si potrebbe pensare a un “comitato di salute viola”, estremo tentativo per recuperare una situazione che oggi è disperata. Prima mossa: affidare questa impresa a un direttore tecnico con una figura di spicco, sia per i fiorentini che per tutti gli appassionati di calcio, uno che abbia esperienza e sia ascoltato, ci viene in mente Cesare Prandelli. Seconda mossa: con un atto di umiltà richiamare Giancarlo Antognoni. C’è bisogno di lui come di nessun altro. Terza mossa: aprire il Viola Park ai tifosi, perché vedano con i loro occhi quanto e come lavorano quei giocatori che poi, in partita, si perdono. Possono scuoterli o sostenerli, anzi scuoterli e sostenerli. 

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PREZZI E MAGLIE. Quarta mossa: abbassare decisamente i prezzi delle prossime tre partite in casa anche con Udinese e Cremonese, così come fatto con il Verona, le tre partite che la Fiorentina deve vincere per forza. Quinta mossa: invitare ogni giorno al Viola Park un paio di giocatori storici della Fiorentina, capaci di spiegare cos’è il senso di appartenenza, cosa vuol dire indossare quella maglia. Sesta mossa: a proposito di maglie, lasciar perdere quelle arlecchinate che servono per il marketing, ma rimettere indosso ai giocatori solo le maglie viola. Settima mossa: coprite al Franchi quello scempio davanti alla curva Fiesole con un grande telo che nasconda gru e piloni, magari con la riproduzione della fantastica coreografia di Fiorentina-Juventus 4-2. Che senso ha? Il senso della rimonta, allora da 0-2 a 4-2, oggi dall’ultimo posto alla salvezza.

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