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Non chiamatela finale. Ma dal Verona passa tanto futuro

Fiorentina in campo al Franchi alle 15 contro il Verona, in una sfida da vincere a ogni costo per tenere vivo il discorso salvezza

Definirla una finale forse è sbagliato proprio come concetto, visto come sono andate le ultime tre finali (vere) disputate dalla Fiorentina nella sua storia recente. Quindi meglio fermarci al concetto di partita fondamentale. Per qualcuno ultima spiaggia in ottica salvezza. Difficile dirlo adesso, a metà dicembre, sta di fatto che quella contro il Verona di oggi pomeriggio è una partita da vincere. Cerchiata di rosso, un po' come lo era stata quella contro il Sassuolo che avrebbe dovuto inaugurare in ben altro modo il dicembre decisivo indicato da Paolo Vanoli. Primo passo fallito, sbagliare anche il secondo sarebbe deleterio. Anche per non dilapidare quella piccolissima dose di fiducia ed entusiasmo che la Fiorentina si porterà dietro dal giovedì di coppa. Niente di eccezionale, ma almeno la prima vittoria della gestione Vanoli ha riportato i viola a essere comodi nel salotto europeo.

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FRANCHI PIENO. Ci sarà bisogno di altro contro la squadra di Zanetti, che con l'Atalanta ha trovato la prima vittoria in campionato. Ma aveva già dato l'impressione di essere più viva della Fiorentina. Occhio a Giovane, a Belghali e a un gruppo di calciatori che sanno da inizio stagione di dover lottare per salvarsi. La speranza è che lo abbiano capito anche i giocatori della Fiorentina. Affermati, ricchissimi e celebrati, ma fin qui copie sbiadite del loro status. Il Franchi sarà pieno (oltre 21.000 spettatori) pronto a spingere la Fiorentina nonostante che i tifosi si siano sentiti traditi a Reggio Emilia dopo il patto di Bergamo. La Fiesole anche giovedì ha specificato di voler cantare "solo per la maglia". In ogni caso il tifo ci sarà, starà poi alla squadra trascinare la gente con una prestazione dinamica e gagliarda.

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DUBBIO ATTACCO. Difficile che Vanoli riparta dal 4-2-3-1 che è piaciuto nel secondo tempo contro la Dinamo Kiev. Il tecnico è stato chiaro: per adesso si può fare per una porzione di gara, mancando i cambi sugli esterni e non potendo contare su novanta e più minuti di Kouame, che si è riscoperto jolly prezioso ma è pur reduce da un lungo infortunio al ginocchio. Avanti dunque con il 3-5-2 e dovrebbero tornare tutti quelli che sono rimasti a riposo giovedì. Da Ranieri a Mandragora passando per Sohm. Il dubbio resta sul partner di Kean. Gudmundsson si è dimostrato vivo in coppa (ma da trequartista puro), Dzeko potrebbe essergli preferito per l'esperienza nel dover gestire una partita complicata dal punto di vista emotivo. Scelta dirimente che Vanoli farà soltanto stamani, con Piccoli che sembra più indietro.

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