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CorFio – Altro pomeriggio di passione. Vanoli cambia, ma non può più sbagliare

Pomeriggio ad alta tensione al Franchi. Vanoli cambia, ma la Fiorentina deve reagire a tutti i costi

Un altro pomeriggio di passione dentro il cantiere del Franchi, brutto a vedersi quanto la Fiorentina. L’Udinese è l’ennesimo esame da dentro o fuori, una squadra fisica, tosta, magari discontinua, migliore in trasferta e con uno Zaniolo in più nel motore. Già, Zaniolo. L’anno scorso a Firenze era spento e involuto, come i viola di oggi. A Udine ha ritrovato verve, entusiasmo e qualche gol. La prodezza dell’ex, i tifosi viola se la aspettano con sottile paura.La speranza, invece, è che a svegliarsi sia l’amico di Zaniolo, Moise Kean e con lui la disastrata Fiorentina, senza gioco, senza anima, senza grinta, scrive il Corriere Fiorentino.

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Tutte le volte crediamo di aver toccato il fondo e invece la partita dopo è quasi sempre peggiore. Losanna è stato il punto più basso, insieme alla gara casalinga con l’Aek Atene, anche in virtù del valore degli avversari, più disastrose (non più gravi) del Lecce e del Verona in casa, concorrenti dirette contro le quali i viola hanno alzato le braccia. Vanoli sembrava in confusione nel dopo partita di Coppa, le sue dichiarazioni non ci sono piaciute, ma quel che è peggio è che è sembrato scollegato dalla realtà, travolto da una situazione più grande di lui. E adesso è davanti all’ennesimo bivio: ripartire o arrendersi. Sino a oggi la squadra è stata sorda ai suoi richiami, brava solo a mangiarsi gli allenatori, prima Pioli e poi l’ex del Toro, che oggi in caso di sconfitta rischia seriamente il posto anche se è in arrivo Fabio Paratici, il dirigente cercato e invocato e forse la logica consiglierebbe che fosse lui a scegliere come muoversi. La speranza è di non dover arrivare a una decisione forte immediata. Però Vanoli un segnale lo deve dare. 

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L’Udinese è l’occasione per tentare una strambata, l’invocata difesa a quattro in un 4-4-2 con tutti gli esterni a disposizione in campo. L’allenatore la rivoluzione tattica l’ha sussurrata a Losanna più per provare qualcosa di diverso che per reale convinzione. La sensazione, da fuori il Viola Park, è che non sappia più dove mettere le mani. Ed è un problema serio. La Fiorentina non ha ancora vinto una volta e tre sono state le sconfitte consecutive. La salvezza è lontana 8 punti, che significa Natale e Capodanno da condannati alla serie B. Il Vanolismo sarebbe grinta e concretezza e invece la Fiorentina è di burro anziché di ferro e arriva alla sfida da dentro o fuori con la difesa battuta ininterrottamente da 12 gare. L’ultima volta che ha tenuto la porta inviolata è stato con Pioli, a Vienna, il 23 ottobre. In campionato bisogna risalire alla gara col Pisa, il 28 settembre, quasi tre mesi fa. E in casa non c’è mai riuscita. I numeri al Franchi sono spaventosi: 5 sconfitte e 2 pareggi. Difficile trovare qualcosa a cui aggrapparsi in una domenica che si annuncia in salita, con la curva in sciopero («Abbiamo sbagliato a dare fiducia a un presidente fantasma», ha scritto ieri la Fiesole), che resterà fuori i primi 20 minuti per manifestare il proprio dissenso contro la squadra, la dirigenza e la proprietà. 

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