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Di Gennaro: «Il momento più brutto della storia viola. Serve un dirigente esperto come Sabatini o Giuntoli»

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Le parole dell'ex giocatore viola, oggi commentatore tv: «Sta mancando tutto, ma i margini di recupero ci sono»

Su Tuttosport intervista ad Antonio Di Gennaro, ex viola oggi commentatore tv. «Crisi Fiorentina? Non si spiega. Per buona parte è la stessa squadra, almeno nei ruoli più importanti, che la scorsa stagione ha fatto 65 punti. E dopo il mercato estivo e l'arrivo di un tecnico come Pioli i presupposti per alzare il livello c'erano tutti. È qualcosa di incomprensibile. Il club ha vissuto in passato altri momenti difficili, penso anche al fallimento, ma credo che questo sia il più brutto della sua storia». 

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COSA PUO' DARE LA SCOSSA. «La sensazione da fuori è che stia mancando tutto, compattezza, mentalità, spirito di gruppo. Sarebbe grave se i giocatori e la società non ne fossero consapevoli. La Fiorentina ha un piede e mezzo in B, ma mollare ora sarebbe imperdonabile, i margini di recupero ci sono. Per questo, con tutto il rispetto per Ferrari e Goretti, serve prima di tutto un dirigente esperto, carismatico, che sappia affrontare e gestire queste situazioni, capace di dettare delle regole e responsabilizzare i giocatori, arrivando a mettere fuori chi non ci crede, non se la sente, chi non mostra senso di appartenenza. Solo una figura così può dare una scossa. E serve subito. Se Commisso al di là dei suoi problemi vuole provare a uscire dalla crisi deve ingaggiare un dirigente di caratura ed esperienza. La Salernitana con Walter Sabatini e con Nicola allenatore fece qualcosa di eccezionale. Tanto per fare qualche nome, lo stesso Sabatini potrebbe essere la persona giusta, come pure Giuntoli. A patto che possa agire in piena autonomia. Io ho lavorato con Terim al Milan, il presidente era Berlusconi, i dirigenti Galliani e Braida e ho detto tutto».  

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RITIRO E SILENZIO STAMPA. «Sono cose che non servono a nulla, come chiedere scusa sotto la curva. Sento parlare di litigi e tensioni nello spogliatoio. Ma nel calcio questo è sempre esistito, l'ho vissuto da giocatore anche nel Verona dello scudetto. Quel che conta è compattarsi in campo, scacciare la paura, lottare assieme. Si può anche retrocedere, ma con dignità e orgoglio». 

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VANOLI. «Grande professionista e conosce l'ambiente. Ho la sensazione però che sia un po' solo, a Firenze si lavora meglio se hai dalla tua parte i tifosi e i leader della squadra»


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