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Fiorentina, niente paura. Lasciati trascinare dalla tua gente e scaccia i fantasmi degli ultimi mesi

3 min di lettura

I viola affrontano il Verona in una battaglia campale per restare aggrappati alla lotta salvezza. Serve concentrazione, consapevolezza e non solo

Firenze ha risposto presente. Come praticamente sempre succede, quando c’è da dare una mano alla Fiorentina. Saranno circa 21.000 i presenti al Franchi questo pomeriggio, per comporre una cornice che, data la situazione dello stadio-cantiere, rappresenta al momento il massimo che il popolo viola può offrire alla sua squadra. I tifosi ci saranno, quindi. Faranno il loro. Si potrà dire lo stesso degli undici in campo?

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FINITI GLI ALIBI. Sappiamo tutti come è andata a Reggio Emilia. La sconfitta di Bergamo, prima. L’appello di Dzeko al megafono, un richiamo alla compattezza nel momento di estrema difficoltà. L’invito raccolto dalla tifoseria, presentatasi al Mapei Stadium in 4.000 unità. E, ancora una volta, una prestazione imbarazzante da parte degli uomini di Vanoli, che dopo 10 minuti discreti sono caduti inermi sotto i colpi del Sassuolo. La prima sensazione al triplice fischio è stata che si fosse dileguato l’ennesimo alibi della stagione viola. Il settore ospiti aveva spinto la squadra dal primo all’ultimo istante e, dando ascolto a Dzeko, non aveva rivolto neanche un mugugno o un fischio ai suoi giocatori. Perlomeno fino alla fine della partita, quando – in maniera sacrosanta – li ha subissati di fischi e di cori («Fate ridere»). I tifosi – se qualcuno dovesse averlo pensato – non sono in alcun modo un problema in questo disastrato avvio di stagione.

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NIENTE PAURA. Anche oggi il Franchi non farà mancare il suo sostegno, dicevamo. Ma - ça va sans direservirà anche e soprattutto una prestazione convincente da parte della Fiorentina. Perché i tifosi da soli i tre punti a casa non li portano. Servirà concentrazione e consapevolezza della posta in palio. Ma soprattutto servirà mettere da parte tutta quella paura che già più volte, probabilmente, ha reso le gambe dei calciatori viola pesanti come blocchi di cemento. Basti pensare alla sconfitta contro il Lecce, quella che ha sancito l’esonero di Pioli. Il direttore sportivo Daniele Pradè, a margine della partita precedente, persa in casa dell’Inter, andò dicendo davanti i microfoni: «Non era questa la partita che doveva farci cambiare rotta. Domenica è vita o morte». Il risultato? La Fiorentina scende in campo paralizzata dalla paura e riesce a malapena a impensierire un poco più che volenteroso Lecce. Pradè, nel frattempo, si era anche dimesso. Ma questa è un’altra storia.

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LASCIARSI TRASCINARE. Il timore che possa succedere qualcosa di simile c’è, diciamocelo. Anche perché a questo punto si parla davvero di vita o di morte (calcistica, ovviamente). Se la Fiorentina vuole continuare a tenersi aggrappata al treno salvezza, non può permettersi di lasciare altri punti per strada. A maggior ragione ora che arriva una serie di scontri diretti. Soprattutto, deve levarsi tutto il peso che comporta quello zero che permane nella casella delle vittorie da agosto. La sfida più grande del pomeriggio di Vanoli e i suoi ragazzi sarà dunque quella di mettere in un cassetto la paura, ascoltare e lasciarsi trascinare dalla propria gente, mettere un punto – almeno parziale – a questo bruttissimo periodo e iniziare finalmente la risalita.


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