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Comuzzo 'tifa' per la difesa a 4: Pietro vuole tornare a essere il 'Soldato'

Il cambio di modulo può rilanciare il giovane difensore viola dopo tanti mesi difficili

Se c’è un giocatore che, con ogni probabilità, sta “tifando” per un cambio di sistema di gioco, quello è Pietro Comuzzo. Il giovane difensore della Fiorentina, dopo un 2024 in enorme ascesa, ha vissuto un 2025 difficile, culminato con la perdita del posto da titolare dopo una serie di partite segnate da molte incertezze. Su tutte, la disastrosa prova contro il Napoli, in cui ha commesso un grave errore causando il rigore che ha sbloccato il punteggio. Da quel momento, Pioli lo ha lasciato quasi sempre in panchina. Il copione non è cambiato nemmeno con l’arrivo di Vanoli: almeno inizialmente, anche il nuovo tecnico ha optato per lasciare Comuzzo fuori dall’undici titolare, nonostante i tre difensori di riferimento (Pongracic, Marì e Ranieri) stiano disputando un campionato tutt’altro che positivo.

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Nell’involuzione del “Soldato” hanno sicuramente inciso anche le voci di mercato. Prima la corte del Napoli lo scorso gennaio, poi le tentazioni dall’Arabia Saudita in estate, con l’allora ds Pradè che lasciava intendere una possibile cessione e con Comuzzo stesso a dire di no. Insomma, per un 19enne che si è affacciato da pochissimo al mondo dei professionisti e che viene descritto come un ragazzo umile e perbene, è stato troppo tutto insieme.

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Ma c’è anche una questione tattica che ha inciso sul crollo di rendimento di Pietro. Il passaggio alla difesa a 3 operato da Palladino lo scorso febbraio, sistema di gioco praticamente mai abbandonato dalla Fiorentina neanche con Pioli e Vanoli, ha messo in evidenza alcune sue lacune. Comuzzo, infatti, è un difensore forte sull’uomo, un marcatore puro, e non si esalta nel gioco lontano dalla propria area richiesto ai braccetti del sistema a tre. Teoricamente sarebbe più adatto come centrale, ruolo in cui Vanoli lo ha schierato giovedì contro la Dinamo Kiev, rispetto al fare il braccetto. Tuttavia, anche in quella posizione ha mostrato diverse incertezze durante lo scorso campionato.

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Soprattutto, la difesa a 3 richiede ai propri difensori di partecipare molto alla fase di possesso e di giocare tanto il pallone. Ed è proprio qui che emerge la principale lacuna di Comuzzo: la qualità palla al piede. Se poi subentrano le insicurezze accumulate nel corso della stagione, anche i passaggi più semplici diventano problematici, e Pietro finisce per complicarsi le giocate.

Nel secondo tempo della sfida contro la Dinamo Kiev, nel tentativo di recuperare il risultato dopo il pareggio degli ucraini, Vanoli è finalmente passato alla difesa a 4, con Comuzzo che è rimasto in campo per tutta la gara. A dir la verità, giovedì il “Soldato” se l’era cavata bene anche nel sistema a 3 — stavolta da centrale e non da braccetto — ma un eventuale ritorno stabile alla linea a quattro potrebbe favorirlo ulteriormente.

È con quel sistema difensivo che Comuzzo si è affermato come uno dei giovani difensori più interessanti del nostro campionato: la difesa a 4 esalta infatti le sue doti da marcatore puro e riduce i compiti di costruzione dal basso e di partecipazione alla manovra offensiva. Se, come auspicabile, nelle prossime partite Vanoli dovesse insistere su questo assetto, Pietro si candida a tornare seriamente in corsa per un posto da titolare. Anche per via delle caratteristiche — e delle lacune — di altri difensori in rosa, che rendono meglio in una linea a tre. Pablo Marì su tutti, ma anche Ranieri.

Intanto, stanno già ricominciando le voci di mercato che puntualmente accompagnano Comuzzo a ogni nuova sessione. Ma ora Pietro deve pensare soltanto a riprendersi il posto e a riportare il livello delle sue prestazioni a quello del 2024. Per uscire dal nerissimo tunnel in cui si è infilata, la Fiorentina ha bisogno anche di lui. Ha bisogno che torni a essere il “Soldato” della difesa viola.


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