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La Nazione - La curva sceglie la linea del silenzio: contro l'Udinese fuori dallo stadio per i primi 20'

3 min di lettura

Annunciata una dura protesta per la partita di domenica. I gruppi invitano tutta la tifoseria a non presentarsi sugli spalti

L'umore grigio di un venerdì complicato, il giorno dopo l'ennesima prestazione da incubo della Fiorentina. Stavolta in coppa, contro un modestissimo Losanna. Lì dove una volta la squadra viola si sentiva comoda, in un salotto europeo dal livello moderato, oggi arrivano sconfitte. Che si sommano a quelle del campionato. Firenze non ne può più. Per la verità già da da diverso tempo. Ma la misura è colma per davvero, scrive La Nazione.

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IL PETARDO. Tempo per distribuire colpe e responsabilità ce ne sarà più avanti, adesso lo sprone è tutto per l'allenatore e per i calciatori, che al di là degli errori altrui dovrebbero essere ampiamente in grado di vincere una partita in Serie A. Nel giovedì di coppa la squadra ha avuto un assaggio di quel che la attende nelle prossime occasioni. Cori, striscioni, fumogeni e petardi. Uno, piuttosto robusto, è esploso sul terreno di gioco mentre i giocatori stavano andando sotto il settore ospiti per il solito teatrino che ormai ha stuccato. Facce tristi, volti stravolti dal dispiacere. Eppure in campo non c'è nessuno che abbia voglia di correre per il compagno, di sacrificarsi per il gruppo. Di avere quel fuoco dentro che sarebbe la base dalla quale partire. Lì schierati, tornando a quel petardo, hanno ripreso in fretta la via degli spogliatoi.

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LO STRISCIONE E IL COMUNICATO. In fretta hanno capito che il vento è cambiato rispetto al patto di Bergamo. Disatteso totalmente dalla squadra, non di certo dai tifosi. Anche a Losanna in un migliaio. «Questa città merita rispetto, onorate quel giglio cucito sul petto!», recitava uno striscione che occupava su due livelli il settore ospiti. Ennesimo avvertimento. Quasi un grido disperato. Le ore successive alla disfatta svizzera sono state quelle dell'ennesima presa di posizione da parte del tifo organizzato, con la Curva Fiesole che ha annunciato via social la prima (di tante altre) iniziativa di quelle destinate a lasciare il segno. «Lo scempio che squadra e società stanno portando avanti ha ormai superato ogni limite di sopportazione per tutto il popolo viola - recita il comunicato -. I gruppi organizzati, pertanto, comunicano che per i primi 20 minuti della partita tra Fiorentina e Udinese, la Curva Fiesole rimarrà vuota. Invitiamo tutto lo stadio a fare lo stesso. Il silenzio e la nostra assenza sono ciò che si merita chi sta calpestando la storia di una città e la sua gente. Vergognatevi tutti». Messaggio duro, che anticipa quel che sarà il clima domani alle 18 allo stadio Franchi.

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LO SCIOPERO DEL TIFO. I gruppi organizzati si aspettano che tutti i tifosi viola raccolgano l'invito, al fine di lasciare la squadra completamente sola, in un Franchi deserto, per il primo frangente di partita. Alla fine sugli spalti ci saranno circa 20.000 tifosi, che attendono una reazione disperata da parte dei calciatori di Vanoli. Emotiva. Nervosa. Magari anche tecnica. Non si può aver tutto, ma che almeno si ritrovi la voglia di lottare. Perché come ha detto ieri Sebastien Frey, «Indossare la maglia della Fiorentina è un privilegio. Rappresentare la città di Firenze deve essere un onore. Chi in questo momento non se la sente di rappresentare tutto ciò si può fare da parte». Condivisibile.


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