Fiorentina bocciata a Bologna: è una sconfitta tecnica ma anche di identità
Inutile negarlo, la sconfitta di Bologna lascia un segno profondo. Perché ricorda molto quanto successo con l'Atalanta non molti anni fa
La Fiorentina cade meritatamente a Bologna contro una formazione più cattiva, motivata, organizzata e in forma. Insomma ko inevitabile visto il divario tecnico e mentale che si è visto questa sera al Dall'Ara. Che poi il riassunto della gara lo si può anche fare prendendo in esame due azioni distanti pochi minuti l'una dall'altra ma con esiti ben diversi.
Ikoné a destra spreca con il destro sparacchiando da buona posizione, Orsolini (sempre da destra) punta un immobile e fuori posto Biraghi (anche stavolta peggiore in campo) e con il mancino insacca sul secondo palo. Ecco fatto: il Bologna crea e finalizza, la Fiorentina come suo solito quel poco che crea spreca.
Ma attenzione perché ci sono sconfitte e sconfitte e quella di Bologna rischia di lasciare il segno. La sensazione è di rivivere una storia già scritta, quello scontro a distanza di progetto e ambizione che la Fiorentina ha già sostenuto e perso con l'Atalanta qualche anno.
Quando la dea era in netta ascesa (anche allora grazie a Sartori) mentre i viola cercavano di difendere la propria posizione in campionato. Poi sappiamo com'è andata. L'Atalanta oggi è squadra più ambiziosa e organizzata rispetto a una Fiorentina che non solo rischia di cedere il passo anche al Bologna ma che, di fatto, ancora non ha capito cosa voler fare da grande.
E' una sconfitta anche di progetto, di prospettiva
A prescindere da come andrà la stagione il Bologna ha messo in piedi un progetto interessante. Con giovani di livello medio alto che potranno garantire futuro tecnico e/o economico del club. Insomma quello che avrebbe dovuto fare anche la Fiorentina.
Trovare prima degli altri i giovani che diventeranno famosi. Il Bologna per farlo ha preso Sartori, la Fiorentina ha preferito proseguire con Barone, Pradè e Burdisso. Sartori ha creato, come detto, le basi per un percorso di crescita, dall'altra parte invece c'è sempre la sensazione di vivere alla giornata.
Non per altro i leader della Fiorentina sono Biraghi (che dovrebbe cominciare a parlare meno e lavorare di più sui suoi limiti cronici), Arthur (in prestito secco dalla Juve), Bonaventura (con un piede e mezzo fuori dalla Fiorentina), Nico (finché il fisico lo sostiene) e poco altro.
I due capitani arrivati a gennaio, Faraoni e Belotti, vanto del mercato viola, sono anche loro in prestito. La media età di questi giocatori poi è decisamente alta. Dunque il patrimonio tecnico della Fiorentina non ha prospettiva.
Non è formato da giovani che possano permettere una crescita, non vede oggi un mister 50 milioni con cui finanziare le ambizioni del club. Si vive alla giornata, appunto. Con giocatori presi per mettere toppe a errori precedenti, per poi a giugno ripartire nuovamente da capo.
In questa società più che ambizione non c'è lungimiranza, non c'è prospettiva. Ed è questa mancanza di una visione chiara del futuro a dover preoccupare il popolo viola. Tralasciamo poi il tema stadio. Saputo finanzia il restyling del Dall'Ara e a spese proprie finanzia anche lo stadio provvisorio.
Anche questo, forse, rientra nel tema identità, ambizioni, futuro...
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