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Tempo di cambiamenti: il modulo, la fascia, Paratici e... una vittoria. Illusione o vera svolta?

In pochi giorni scelte determinate e (non a caso) il primo successo in campionato: si può ripartire da qui?

In campo e fuori. Nel momento più difficile, con l'ultimissimo posto in classifica e con la Fiesole che si era espressa con forza voltando le spalle (figuratamente e non solo) a Commisso (per la prima volta) e alla società. La Fiorentina ha trovato la forza – finalmente – di cambiare e ripartire. In qualche modo. Ancora non sufficiente a cancellare mesi di nulla cosmico, scelte sbagliate, negatività e immobilismo a più livelli. Ma almeno un barlume si intravede. È un'illusione o può essere l'alba di una vera svolta?

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IL MODULO AIUTA. Archiviare quanto successo da agosto ad oggi non si può. Prestazioni, risultati, scelte, dichiarazioni. È stato sbagliato tutto e di più. Ma Fiorentina-Udinese qualcosa ha lasciato. Innanzitutto i tre punti. Mica poco, anzi. Poi cinque gol, tutti in una partita. Sorrisi. Abbracci. Sensazioni che non si vivevano da un po'. Tutto merito del cambio tattico? Troppo semplice e banale. Ma è fuor di dubbio che occupare meglio gli spazi può aiutare. Vanoli ci ha messo un po', ha rimandato a oltranza per l'assenza di esterni puri e di possibili alternative. Poi, all'ennesimo scempio di Losanna, ha deciso di cambiare. Una sorta di 4-3-3, che a volte diventava anche 4-4-2. Parisi esterno a destra, Gudmundsson che partiva da sinistra ma libero di svariare, soprattutto i centrocampisti che coprivano meglio il campo. E due terzini più bloccati e attenti. Poi è chiaro, la superiorità numerica dopo 10 minuti ha aiutato in maniera decisiva.

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PICCOLI GRANDI SEGNALI. "Facile vincere con l'uomo in più per tutta la partita", hanno sottolineato in tanti. Ma altre volte questa Fiorentina avrebbe faticato a vincere anche una partita così. Invece, dopo i primi minuti un po' timidi, Fagioli e compagni hanno iniziato a muover palla velocemente, a non rintanarsi sempre nel passaggio all'indietro della paura, a cercare movimenti e combinazioni. Ecco, questi sono segnali importanti. Come il risultato, se vogliamo. Perché Gudmundsson ha nelle corde quei movimenti come sul 2° gol, Fagioli sa mettere i compagni in porta (come aveva fatto con Kean anche con il Verona), lo stesso Kean si è ricordato che effetto fa segnare due gol. Dodo si è ricordato che si può anche combinare con i compagni invece che incaponirsi nei soliti dribbling. E via dicendo. Tante piccole grandi cose che hanno funzionato. La vittoria non è stata un caso.

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UN NUOVO CAPITANO.E poi la questione della fascia. A livello di spogliatoio la scelta più importante di Vanoli. Non del club, ma del tecnico stesso. Un passo indietro per Ranieri, il capitano è De Gea. Ma con Luca in campo a fare il terzino bloccato. Un gesto forte, significativo. Non sono arrivati commenti a riguardo per via del silenzio stampa, ma la decisione dovrebbe esser ribadita anche dal Parma in avanti. Anche in questo caso, Vanoli è tornato sui propri passi rispetto a quanto detto su Ranieri al momento del suo arrivo. Scelte forti dovevano esserci, scelte forti ci sono state. E hanno cambiato qualcosa, evidentemente. Serviranno riprove, fin dal Tardini. Perché la Fiorentina ultima rimane, la rincorsa salvezza resta lunga e complicata, inciampare ancora non è permesso per una squadra in questa situazione. Ma da domenica quanto meno si può riparlare di squadra. Almeno un pizzico.

IN ARRIVO PARATICI. Mentre anche sul fronte dirigenziale qualcosa finalmente si è mosso. Il volo di Goretti e Ferrari a Londra di mercoledì scorso, i contatti positivi con Paratici e un ruolo che attende l'ex Juve per rialzare la Fiorentina. Un uomo di 53 anni che alla Juve ha vissuto, con Marotta, uno dei cicli più vincenti del calcio italiano (ahinoi), con grandi colpi e azzardi finanziari (Cristiano Ronaldo ha sintetizzato il tutto). È reduce dalla squalifica per il caso plusvalenze, è tornato al Tottenham da qualche settimana in un ruolo di co-direttore sportivo insieme a Lange. Ma dopo aver registrato sintonia su molti aspetti con i dirigenti viola, forte anche di un rapporto personale già esistente con Commisso, la fumata bianca pare vicina. È questione di tempo, di giorni, di passaggi burocratici necessari con gli Spurs, ma i rapporti tra Paratici e il club inglese sono ottimi. E il tempo qui stringe, c'è bisogno di essere operativi al più presto, valutare le situazioni in prima persona, giocatori e non soltanto. E decidere. Un uomo di calcio che decida, che cambi, che rivoluzioni se necessario. Paratici lo è, lo può fare. Sperando venga messo nelle condizioni di farlo, ma se torna in Italia in una Fiorentina ultima in classifica (dopo aver trattato con il Milan in estate) certe garanzie le avrà ricevute. C'è chi ha parlato del ruolo di Pradè in questa scelta, ma arrivano smentite in questo senso. Mentre rapporti precedenti c'erano con Goretti, che ha recitato un ruolo importante in questo inserimento societario. E il ds rimarrà nell'attuale ruolo, a fianco di Paratici e Ferrari. Questa la linea di Commisso, nei giorni della presa di posizione forte prima dell'ACCVC e poi della Curva Fiesole. In attesa che tutto si possa concretizzare nel giro delle prossime ore.


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