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Udinese deferito per l'affare Mandragora. Il club: «Siamo stupiti». Ma non rischia la penalizzazione

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Ai friulani vengono contestate delle violazioni disciplinari a opera del vice-presidente dell'epoca e di un consigliere

II Tribunale Figc ha deferito l'Udinese per l'affare Mandragora. I fatti oggetto di accusa risalgono al 2018, quando il club friulano rilevò il centrocampista attualmente in forza alla Fiorentina dalla Juventus.

Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, i bianconeri di Udine sarebbero chiamati a rispondere a titolo di responsabilità diretta per le presunte violazioni disciplinari contestate a Stefano Campoccia e Franco Collavino (all'epoca dei fatti rispettivamente vice-presidente e consigliere). In una nota l'Udinese ha espresso «stupore per la decisione e valuterà le azioni più opportune da intraprendere», ribadendo la correttezza del proprio operato.

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Secondo La Gazzetta dello Sport, il rischio di una penalizzazione in classifica sarebbe da scongiurare. Molto più facile che arrivi una multa, con inibizione dei due dirigenti. I due «avevano concordato, contestualmente alla cessione a titolo definitivo di Rolando Mandragora dalla Juventus all'Udinese una pattuizione diversa rispetto a quella risultante dai documenti depositati eludendo così la normativa federale», si legge comunicato diffuso ieri pomeriggio dalla Figc, in cui si dava notizia del deferimento. In particolare si parla di un'opzione per il riacquisto fissata a 26 milioni di euro e di un obbligo di riscatto poi effettivamente esercitato nell'ottobre del 2020 a 10,7 milioni. «Il tutto al fine di far ottenere all'Udinese benefici contabili e fiscali con riferimento ai bilanci di esercizio chiusi al 30 giugno del 2019, 2020 e 2021», emerge ancora nella nota Figc.

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