Verba volant, scripta manent. Col Frosinone gara da psicodramma. C’è solo un risultato per la Fiorentina
Col Frosinone la Fiorentina ha un solo risultato: i tre punti. Tira aria pesante attorno alla squadra, al tecnico e pure alla società
Poco più di un mese fa la Fiorentina era quarta in classifica, si presentava al Mapei di Reggio Emilia con quasi 6mila tifosi al seguito e tutto l’ambiente viola sprizzava un entusiasmo come non si vedeva da tempo. Un mese più tardi la classifica è drasticamente peggiorata, così come i risultati e soprattutto le prospettive.
IERI. Tira aria pesante attorno a tutto l’ambiente gigliato. Non certo perché la Fiorentina ha perso con l’Inter, o perché si è buttata via a Lecce o ha sprecato col Sassuolo. In fondo, un filotto negativo di risultati potrebbe anche essere cancellato da una reazione.
Piuttosto c’è la forte preoccupazione che il trend intrapreso da questa squadra possa addirittura peggiorare. Di segnali, in tal senso, ce ne sono tanti e continuano ad aumentare. La società col mercato di gennaio aveva la possibilità di alimentare il sogno della piazza, di accontentare un allenatore che aveva portato questa rosa a ‘over performare’ e di far capire allo spogliatoio che c’era la volontà di dare una mano per provare ad inseguire obiettivi ambiziosi.
Invece la strategia è stata ‘conservativa’ e praticamente a costo zero. Al netto dei rumors su Gudmundsson, Zaccagni, Ngonge e Carboni, l’insoddisfazione di Italiano è stata abbastanza evidente, sia in pubblico con quelle dichiarazioni evasive, snervate e disilluse post Inter (se davvero la Fiorentina stava trattando in quelle ore Gudmundsson, perché l’allenatore avrebbe dovuto esternare quella tensione?), sia con le scelte in campo (da Nzola esterno alto alla gestione dei cambi).
Ci sono poi una raffica di segnali negativi lanciati dai singoli: dal nervosismo di Bonaventura, alimentato dalle dichiarazioni del suo entourage, alle parole di Biraghi post Lecce, passando per i modi con cui questa squadra è apparsa sempre meno compatta e unita col passare delle partite.
OGGI. L’intervento di Commisso di un paio di giorni fa è stato una sorta di revival. Al netto di come la si pensi sui temi trattati dal patron viola, appare evidente la volontà del presidente di difendere la sua Fiorentina, di trasmettere fiducia a spogliatoio e tecnico, così come accadde un anno fa quando quella squadra sembrava essere entrata in un tunnel da cui, poi, è riuscita ad uscire alla grande rimontando in campionato e raggiugendo due finali.
Il momento, tuttavia, è delicato, quasi da psicodramma. Inutile negarlo. Per quanto la classifica sia ancora corta, le ultime prestazioni di questa Fiorentina non inducono all’ottimismo. Col Frosinone servono risposte. O questa squadra reagisce, dà segnali e si ritrova, oppure c’è il rischio che affondi.
Non sarebbe la prima volta che ciò accade: i casi del post gennaio del primo anno di Paulo Sousa e l’ultimo anno di Della Valle, con Pioli che venne poi sostituito da Montella, sono lì a ricordare che se le cose prendono una determinata piega non sempre si raddrizzano.
L'occasione per dimostrare che lo sbandamento (che c'è stato, inutile negarlo) è alle spalle arriva subito: Frosinone in casa, Bologna ed Empoli fuori sono i prossimi tre appuntamenti per la Fiorentina. O questa squadra riparte oppure...meglio non pensarci.
DOMANI. Molte criticità che aveva evidenziato questa Fiorentina, tuttavia, non sono piovute dal cielo, anche quando la classifica era splendida. Inutile, o meglio superfluo, fare l'elenco delle cose che potevano essere fatte meglio.
Col senno del poi, d'altronde, è sempre facile, ma capire in anticipo, prevedere e farsi trovare preparati è ciò che fa la differenza. E anche quest'anno la sensazione è che più di qualcosa sia stato sbagliato. La speranza è sempre la stessa: che dai propri sbagli si tragga insegnamento.
'Verba volant, scripta manent'. Ora come non mai è fondamentale che Fiorentina-Frosinone permetta alla squadra viola di scrivere +3 punti in classifica.
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