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Prime o seconde linee, non cambia nulla: la Fiorentina è alla deriva, a prescindere da chi gioca

3 min di lettura

Vanoli cambia gli uomini, ma non il copione di una stagione disastrosa

La Fiorentina affonda anche a Losanna, e lo fa nel modo peggiore: senza anima, senza idee, senza reazione. «Mi aspettavo una risposta diversa dai ragazzi che hanno giocato poco». Queste le dichiarazioni di Paolo Vanoli dopo la sconfitta in Svizzera, ennesima prestazione imbarazzante di una Fiorentina che ci lascia senza parole.

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Ieri sera il tecnico ha cambiato 9 giocatori su 11 rispetto all'ennesima disfatta della scorsa domenica col Verona - confermati solo Pongracic e Sohm -. In campo, insomma, c'erano le seconde linee, le riserve. Quei giocatori che dovrebbero aspirare a una maglia da titolare, visto quello che stanno combinando i titolari ogni maledetta domenica. Invece, la prestazione della Fiorentina è stata in linea con le peggiori viste in questa nefasta stagione.

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In difesa non si è salvato nessuno, con Lekweiry e Kana-Biyk a fare impazzire tutta la retroguardia viola. Sugli esterni, stavolta male Kouadio, altrettanto Kouame, che è stato schierato in un improbabile ruolo di esterno a tutta fascia. A centrocampo è stata una Caporetto: Nicolussi Caviglia è stato il peggiore in campo, tanto da meritarsi una straordinaria media voto pari a un 4 netto sui quotidiani di oggi, ma anche Sohm ha confermato i suoi standard di assoluta mediocrità ai quali ci ha abituato. Solo leggermente meglio Richardson, il quale però troppo spesso finisce per fare giocate fini a se stesse. 

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Disastroso anche l'attacco. Piccoli - acquistato per 27 milioni, è bene ricordarlo sempre - è entrato in un tunnel nel quale non sembra più in grado di vedere la porta. Il Dzeko visto a Firenze non sembra più adatto ai ritmi del calcio professionistico. Alla fine, il meno peggio in campo (anche secondo la media voto dei quotidiani) è stato il portiere Martinelli. E questo nonostante non sia stato perfetto sul gol subito da Sigua. Il che è tutto dire. Insomma, alla prova dei fatti, per la Fiorentina vale la proprietà commutativa: stravolgendo la formazione, il risultato non cambia.

Ovviamente, qualche alibi i calciatori ce l'hanno. Mettere insieme una squadra piena zeppa di calciatori che giocano poco o niente non funziona quasi mai. Valeva anche per le Fiorentine del recente passato, che andavano decisamente meglio di quella attuale ma in Conference, quando Italiano o Palladino esageravano col turnover, facevano fatica anche contro gli avversari più deboli. La differenza è che nella ripresa entravano i titolari e la rimettevano a posto. Cosa che, ovviamente, ieri non è successa. 

Inoltre, Vanoli ci ha messo del suo anche a livello tattico e comunicativo. A livello tattico, riproponendo il solito 3-5-2 con quinti di centrocampo improbabili come Kouadio e Kouame. A livello comunicativo, affermando già dalla vigilia come la partita cruciale fosse quella di domenica, con l'Udinese. Delegittimando, di fatto, la Conference. Il fatto che la partita di ieri contasse poco o niente rispetto ai drammi del campionato è lapalissiano, ma ‘scaricarla’ in questo modo anche a livello pubblico lascia più di qualche perplessità. I giocatori si saranno sentiti ‘comodi’ nel non scendere in campo, se lo stesso allenatore ammette pubblicamente che la partita non conta niente.

Gli alibi ci sono, ma le prestazioni dei calciatori della Fiorentina scesi in campo a Losanna sono inaccettabili. È l'ennesima conferma di un gruppo che di gruppo non ha più niente. Riserve o titolari, nulla cambia: la Fiorentina è alla deriva. A prescindere da chi scende in campo.


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